• 12 MAG 15

    Lavori antichi (e moderni) a Pompei

    Pompei era certamente una città ricca e la visita degli scavi testimonia sia la ricchezza degli abitanti deducibile dalle abitazioni, dai gioielli, dagli arredi, dagli affreschi,  sia la quantità di spazi per le attività economiche e i lavori antichi che vi si facevano.

    La fertilità del suolo intorno alla città, fertilità dovuta proprio alle precedenti eruzioni che avevano creato un terreno adattissimo alla coltivazione, indica che l’agricoltura è la prima attività a cui si dedicavano i pompeiani. Frutta e verdura di tutti i tipi erano coltivati nei campi sotto al Vesuvio, ma la parte più importante era dovuta alla vite e all’olivo. I vini campani erano pregiati e trasportati ovunque, e quelli di Pompei svettavano per qualità e fama, così come si possono riconoscere sia in città che nelle ville agricole intorno alle mura, frantoi per la produzione di olio. Le viti erano così coltivate che entravano fin dentro la città: intorno all’Anfiteatro ne sono state trovate tracce, e alcune taverne avevano un proprio spazio per la coltivazione così da consentire all’oste di vendere il proprio vino.

    Artigianato e industria

    Le botteghe artigianali erano sparse in tutta la città, dai lavoranti del marmo, agli orefici e i loro lavori sono visibili nei Musei e in città.
    Ma a Pompei si produceva anche il garum, che era la base della cucina romana. Si trattava di una salsa di pesce in salamoia che poteva essere dunque conservata e trasportata e serviva a condire un pò tutto. Non sappiamo esattamente come essa venisse prodotta, ma possiamo immaginare che la colatura di alici (oggi di gran moda e prodotta in Costiera Amalfitana e cioè a pochi chilometri da Pompei) ne sia una versione moderna.

    Il commercio a Pompei era molto sviluppato e infatti ai margini del Foro troviamo sia il macellum, per tutto quello che riguardava carni e pesci, sia il Foro Olitorio, che serviva per il grano e i cereali. Da Pompei, che faceva da snodo per i paesi e le città vicine, partivano le navi che trasportavano per il Mediterraneo le specialità pompeiane.

    Per la città sono poi visibili svariati negozi che servivano la popolazione locale, a partire dai panifici, di cui c’è traccia in almeno trenta casi.
    Le botteghe a Pompei sono più di seicento (!) e sono ben riconoscibili: una lunga apertura lungo la strada le fa immediatamente individuare, e il corrispettivo del nostro bancone è spesso caratterizzato da grandi fori nei quali venivano conservate e esposte le mercanzie in vendita. Spesso il negozio era anche casa del commerciante, che abitava al piano superiore, in una forma di casa e bottega ben riconoscibile.

    Delle attività ludiche abbiamo parlato altrove, ma certo anch’esse rappresentavano un settore economico molto importante. E comunque l’attività imprenditoriale e commerciale era destinata a categorie socialmente poco valorizzate: spesso chi aveva un’impresa economica era un liberto, cioè uno schiavo liberato. I romani ricchi e potenti si dedicavano alla politica e alla guerra, il resto era considerato volgare.

    La vita politica e la giustizia

    La città aveva anche una vivace vita politica e questo è attestato dalle scritte murarie che invitano a votare per un candidato, così come oggi si affiggono manifesti. I cittadini con il diritto di voto (maschi liberi) eleggevano una serie di magistrati che governavano la città. Si trattava di due coppie di cosiddetti duoviri, (si ricordi che i romani amavano le coppie di politici, si pensi che i consoli, e cioè i massimi governanti, erano appunto due), la prima coppia destinata alla giustizia, la seconda all’amministrazione corrente, cioè strade, mercati, e così via.

    La giustizia, che i romani praticavano con grande dottrina, (infatti sono loro che hanno inventato il diritto civile ancor oggi alla base di tutto il diritto nel mondo), era amministrata nella Basilica al Foro. Lì si trovavano sia consulenti a pagamento, i giuristi che venivano consultati per avere delle indicazioni, sia gli avvocati, che invece praticavo gratuitamente la loro difesa di una parte e che grazie alla fama che acquisivano nel Foro (che ancor oggi designa la sede della giustizia), iniziavano la loro carriera politica.